Corrado d’Elia, Gianluigi Fogacci, Alessio Zirulia
Traduzione Giorgio Ieranò
Regia Sergio Maifredi
Costumi Paola Ratto
Musiche Michele Sganga
Ricerca bibliografica Silvana Nencha
Produzione Teatro Pubblico Ligure
C’è un’isola incantata, disabitata e deserta di uomini, rifugio di ninfe e di uccelli selvatici. Qui vive, rintanato in una grotta, un essere selvaggio. Un tempo era stato un grande eroe ma ora è un accattone coperto di stracci, divorato da una malattia sovrannaturale e orrenda: è Filottete, abbandonato nell’isola di Lemno dai suoi commilitoni, gli achei, che non potevano più sopportare il fetore ripugnante della sua piaga. Ma Filottete custodisce uno strumento magico: l’arco invincibile che era appartenuto al più grande degli eroi, Eracle. Una profezia ha proclamato che solo con quell’arco la città di Troia potrà essere conquistata. Bisogna dunque recuperare l’arma fatata: tocca a Odisseo, il più astuto dei guerrieri achei, ritornare a Lemno e tentare la difficile missione. Sullo sfondo della grande leggenda della guerra troiana, gli eventi si svolgono in un’atmosfera di fiaba. Il re di Itaca, del resto, si muove spesso sullo sfondo di isole misteriose. Il suo orizzonte sono le terre incantate e perigliose dove abitano le ninfe, le maghe e i ciclopi, Calipso, Circe e Polifemo: mondi estremi in cui, ogni volta, Odisseo deve fare ricorso alla sua astuzia per sopravvivere. A Lemno, per incantare Filottete, che vive rintanato nella sua caverna come un ciclope borbottante e rancoroso, si servirà di un giovane puro e innocente, il ragazzo Neottolemo.