con
Roberto Alinghieri e Andrea Nicolini
introduce Andrea Del Ponte (latinista)
Genova, Palazzo Tursi, Palazzo Reale
La prima cosa che la peste portò ai nostri concittadini fu l’esilio.
Albert Camus
La paura della peste, insieme a quella delle guerre e delle carestie è una di quelle paure con cui l’uomo per secoli ha convissuto. Fino a otto mesi fa, per gli abitanti di una buona parte del mondo, la peste e la carestia suonavano come termini medievali, lontani nel tempo e nello spazio, astratti. Forse un vago timore restava per la guerra, ma anche quella è qualcosa che capita ad altri, in paesi distanti.
La XIII edizione di Dialoghi sulla rappresentazione vuole portare uno sguardo su come la peste è stata nei secoli rappresentata, raccontata. Scoprendo quanto simili siano, nelle varie epoche, le dinamiche psicologiche e sociali di fronte alla paura del contagio. La peste nel mondo classico, nel medio evo, fino al Novecento. La peste nell’iconografia. Per arrivare a parlare del Teatro oggi, in tempo di peste, in tempo di sale con i posti contingentati. Ma anche di come il virus abbia svuotato le città facendocele riscoprire nella loro metafisica bellezza. L’urbanità diffusa, modello di vita italiano, modello culturale a cui per secoli si è guardato e a cui oggi si torna a guardare percependo, con parole rubate a Pier Paolo Pasolini, la forza rivoluzionaria del passato.
Sergio Maifredi