Concertato a due voci per Alda Merini
A cura di e con Alessio Boni e Marcello Prayer
“Se un poeta dona le proprie carte con l’intenzione di regalare i propri patimenti, le ansie, le sue mille anime, gli altri dovrebbero ringraziarlo perché, con gli occhi rarefatti dalla follia, sta guardando il destino anche per loro. Le foglie del destino sono vagabonde, scorrevoli e piene di baci nascosti”
(da Alda Merini, Reato di vita – Autobiografia e poesia)
Dopo Pavese e Pasolini, abbiamo scelto di continuare il gioco della Poesia nella nudità scenica con Alda Merini, dove le nostre voci si alternano e s’intrecciano (come sempre) per diventarne Una, a cadenzare la ritmicità del Suo verso di forte intensità emotiva nel grumo di contraddizione che l’hanno abitata. Abbiamo immaginato d’ascoltare la Sua voce dettarci, come gli antichi rapsodi, il Libro di Poesia da mettere in voce: così è nata la necessità di questo altro viaggio che ora proponiamo.
«Io non fui originata
ma balzai prepotente
dalle trame del buio
per allacciarmi ad ogni confusione»
(Paura di Dio, 1955)
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